Caro Presidente,
la Federazione è stata raggiunta da numerose richieste di informazioni su come gestire la presenza volontaria, con finalità d’apprendimento, di giovani colleghi (non laureati, laureati o abilitati) presso le strutture veterinarie. È questa una prassi ormai consolidata e, confidando di poter essere utile, condivido le considerazioni espresse in argomento e quanto proposto.
Deve preliminarmente osservarsi che in medicina veterinaria è previsto unicamente un tirocinio pre-laurea che viene svolto presso l’Università o presso strutture pubbliche o private individuate da specifiche convenzioni. Il praticantato post-laurea, invece, non ha una specifica disciplina normativa nell’ordinamento veterinario.
Ciò premesso, non si rinvengono a priori limiti alla possibilità di ospitare presso una struttura sanitaria soggetti che, in qualità di “residenti volontari”, non eseguono prestazioni, ma svolgono – senza incarichi e senza retribuzione – attività di formazione sul campo.
Ciò osservato, la frequenza a scopo didattico di strutture medico veterinarie private, deve nondimeno essere regolata in modo chiaro affinché non sia configurabile né ipotizzabile un rapporto di lavoro/dipendenza o di subordinazione sommersa.
Si ritiene pertanto opportuno indicare e far accettare per iscritto una dichiarazione di frequenza volontaria (vedi allegato A) a scopo formativo indicandone la durata, specificando che tale attività si svolge in assenza di retribuzione, indennità o compenso di sorta e in assenza di obbligo di orari e di incarichi specifici. Il residente volontario non dovrà intrattenere rapporti contrattuali diretti con i clienti e non potrà eseguire prestazioni dirette sul paziente.
Si ritiene inoltre opportuno specificare che la frequentazione della struttura si compie in costante presenza dei medici veterinari della struttura, e che il sanitario titolare della stessa ha assolto gli obblighi di informativa e di formazione (allegato B) circa i rischi per la sicurezza sul lavoro e la conseguente adozione di idonee misure, come richiesto dalla normativa vigente.
E’ consigliabile inoltre dotare i residenti volontari di un tesserino di riconoscimento in cui sia evidenziato il loro ruolo.
Al fine di chiarire alcuni aspetti relativi alla presenza di tali soggetti nelle strutture veterinarie, in affiancamento dei medici veterinari che operano sul territorio, la FNOVI suggerisce di inviare all’Ordine di competenza sul territorio dove insiste la struttura, una comunicazione scritta in cui viene indicata la presenza del residente volontario.
Tale comunicazione (allegato C) non avrà valore legale, ma sarà un atto di trasparenza e di chiarezza che si prefigura di essere di ausilio in casi di contestazione sulla presenza, nelle strutture veterinarie, di soggetti che non possono essere equiparati a prestatori d’opera.
Si suggerisce inoltre di inviare la comunicazione via PEC al fine di avere data certa, allegando i moduli innanzi descritti, debitamente compilati e sottoscritti, relativi a:
– accettazione del periodo di frequenza volontaria;
– informativa relativa alla valutazione dei rischi presenti nell’ambiente e di formazione rispetto alla misure di prevenzione e protezione adottate.
Ringrazio per la consueta attenzione e porgo un cordiale saluto.